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Della dannazione eterna e misericordia

  • Walter Amirante
  • 17 apr
  • Tempo di lettura: 14 min

Aggiornamento: 25 apr

Sermone di Walter Amirante


 (Michelangelo, Giudizio universale, 1535, dettaglio)


«Questa dottrina (della dannazione) disturba

enormemente e non ha il favore dei predicatori.

Ma rigettarla significa violare lo stesso Evangelo.»


(W. Kreiss, Piccola dogmatica)


«Giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio

per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.»


(Romani 5,1)


PROBLEMA

In quest’epoca di decristianizzazione profonda della società, di chiese vuote, di viltà, vediamo non solo materialmente, ma anche spiritualmente, il dominio quasi assoluto dell’idolatria e della follia. E in tutto ciò, tu vieni trascinato sempre di più nell’abisso della dannazione eterna. Una dannazione, però, che è prima di tutto umana e questo lo devi capire, sebbene vi siano poi gravi ripercussioni anche per l’anima. Corinzi 3,10: «Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho gettato il fondamento. Ma ciascuno stia attento a come costruisce: infatti nessuno può gettare un fondamento diverso da quello già posto, che è Gesù Cristo.»

Ora, venuto meno il fondamento, sai bene di vivere in un edificio che, da un momento all’altro, imploderà e la tua esistenza sarà spazzata via. Preda del terrore, brancoli nel buio e cerchi una speranza. Ti aggrappi quindi all’idolatria, cercando la salvezza nelle opere del mondo. Ti consacri all’ingiustizia, inseguendo solo il tuo interesse particolare o di gruppo. Sprofondi nella confusione mentale, materiale e spirituale, con conseguenze assolutamente catastrofiche. Non pago, rinneghi anche la vera cultura (che comunque potrebbe darti una certa protezione), e soprattutto disprezzi la sapienza di Cristo, unica luce che illumina e salva. Giovanni 8,12: «Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.»

Sei sempre più triste, ansioso, depresso, disperato, fallito, e speri che, vivendo in modo superficiale o affidandoti a qualche oroscopo, mago, coach motivazionale o leader politico, riuscirai a rendere sopportabili i pochi anni o giorni che ti restano, e a sfuggire alla condanna. Forse hai cercato inutilmente rifugio in qualche diabolica religione, o setta, o forse nel freddo buddismo, che ha avuto solo il merito di spegnere la tua volontà e di renderti ancora più depresso. Oppure hai rinunciato alla virtù e ti sei abbandonato a piaceri effimeri o all’anarchia relazionale, trattando le persone come fossero prodotti commerciali da utilizzare per i tuoi bassi interessi.

Per non parlare della ricerca simbiotica con la natura (l'abbraccio fatale). Molti fanno l'errore tragico di ritenerla "buona" e "bella", come se il peccato originale non ci fosse e vivessimo ancora nell'Eden. Così Schopenhauer: «Nella prateria che allieta lo sguardo del poeta, tutto è lotta intestina.» Non devi perciò dimenticare che il meccanismo della natura è l'evoluzionismo, una delle cose più aberranti che si potessero concepire. Cercare dunque la salvezza nella natura, nei suoi boschi, nelle sue immagini o seduzioni, è un'illusione totale: è come un condannato a morte che ritenesse il carnefice, dopotutto, una bravissima persona, e a lui si affidasse per continuare a "vivere". Né quindi sarai una persona per bene se crederai di trovare il senso della tua vita nell'ingrassarla.

Se contribuisci alla propagazione della specie, ma poi privi i bambini della speranza di Cristo, significa che stai collaborando attivamente con il diavolo, anche se t'illudi di agire bene. Non ti serve a nulla essere "per la vita", se poi sei di fatto un anticristo: non ti salverai mai, anche se tu mettessi al mondo 10 miliardi di bambini e impedissi tutti gli aborti della terra. Se sei un idolatra, se hai sostituito Cristo con qualche altra bizzarrìa pagana, la chiesa con qualche setta o gruppo orientale, sarai dannato per l'eternità. Ma la dannazione la vivrai già da ora, su questa terra: è l'infelicità, il malessere, la cecità spirituale, è la vita vissuta in una cappa di piombo. Sapienza 3,10: «Gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo, essi che han disprezzato il giusto e si son ribellati al Signore.» E ancora: «Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie. È meglio la sterilità che una posterità empia.»

Ricorda: la volontà della natura è diabolica, la natura è il male ed è corrotta. Natura, mondo, male: questa è la trinità del diavolo. Romani 8,19-22: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto.» Forse dirai:«Siamo nel 2025 e tu parli ancora del diavolo?» Risposta: egli è il principe di questo mondo ed è un'essenza. Ma attenzione, anche se tu fossi incredulo, non cambierebbe nulla: la realtà (natura, mondo, male) resterebbe tale, ovvero terrificante. Se poi vuoi fare un passo ulteriore o diverso, e credere al vangelo, allora devi credere che dietro la realtà ci sia altro.

Torniamo a noi. Parimenti, è pura illusione affidare la propria salvezza negli esseri umani. La natura umana è irrimediabilmente corrotta, schiava del peccato e quindi assoggettata alla potenza del male. L’umanità, cedendo alla realtà delle tenebre, è addivenuta complice delle tenebre. Salmo 14,3, ripreso da Paolo: «Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.» Quali sono i frutti di questa complicità? Vorrei che tornassimo su questo punto fondamentale. Sono l’ingiustizia, la confusione, e l’idolatria. 

INGIUSTIZIA. Homo homini lupus, l’uomo è lupo per l’uomo, scriveva Hobbes. Ma è anche lupo nei propri confronti, quando cioè commette ingiustizia contro il proprio corpo. Anche l’individuo naturale, apparentemente buono, è complice. L'individuo naturale, a seguito del peccato originale, non ha più buona volontà. Se dunque non sei rigenerato in Cristo, non potrai mai essere veramente buono. Tu credi di essere buono, ma non fai nulla per combattere il turismo sessuale, dove migliaia di bambine sono violentate ogni giorno. Tu credi di essere buono, ma poi utilizzi cellulari, computer, tablet, etc., ovvero strumenti prodotti sulla pelle dei bambini africani nelle miniere di Cobalto. Tu credi di essere buono, ma mentre aiuti il prossimo, maltratti e uccidi gli animali, e magari li tieni segregati per anni nello sporco, senza far vedere loro la luce del sole, perché tanto “gli animali non possono amare” (riporto qui la vicenda di un prete cattolico che agisce e pensa in questo modo). O ancora di altri che aiutano, ma poi in casa sono dei tiranni, etc. Sei dai da mangiare al povero, e nel frattempo lo accoltelli alla gola, non sei buono, ma un essere mavagio, e annulli il valore del bene che fai. Questa sarebbe dunque la bontà della natura umana? Potremmo continuare all'infinito. 1 Giovanni 3,10: «In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del Diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio.»

CONFUSIONE. Obnubilato dalle tenebre e dall’infelicità, vivi in uno stato di confusione materiale, mentale e spirituale. Sei intimamente triste, geloso, invidioso, ansioso, depresso, paranoico, traditore, bramoso, avverso alla luce, alla cultura, alla giustizia, alla chiarezza, alla vera realizzazione di te stesso, alla vera verità e quindi avverso a Gesù Cristo. Come una spada di Damocle, soccombi o devi lottare anche contro i messaggi familiari: “Nella nostra famiglia siamo fatti così” “Nella nostra famiglia nessuno è amato” “Nella nostra famiglia siamo egoisti, odiamo la libertà, nessuno deve essere felice” “Da noi la donna deve tacere e fare figli” “Da noi i figli maschi possono fare tutto, le donne no” “Nella nostra famiglia siamo da sempre medici, avvocati, operai, ingegneri, etc.” “Noi siamo persone semplici, la cultura è pericolosa”, “Mio figlio deve essere come me” “Mia figlia diventerà una grande dottoressa”, “Tu sarai sempre un fallito”. Nonché i messaggi nazionali: “Noi americani siamo grandi” “Noi francesi siamo imperialisti” “Noi russi siamo ignoranti ma vogliamo dominare” etc., etc. Prodotto dalla natura corrotta e avallato dalle tenebre, tutto ciò ha un solo scopo: schiavizzare l’individuo, confonderlo e assoggettarlo all’infelicità, alla condanna. Apocalisse 3,1: «Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere, ma sei morto.»

IDOLATRIA. L’ingiustizia, la confusione, l’irrazionalità, e la razionalità a servizio di questa, generano l’idolatria, ovvero la speranza o la ricerca della propria salvezza nelle opere del mondo, del diavolo, o di altre essenze demoniache (come divinità pagane e orientali). Cedi perciò al panico e sprofondi nell’illusione: ti aggrappi alle false religioni dove regnano tenebre fittissime (cattolicesimo, ortodossia, islam); ti aggrappi alle sette, alla magia bianca e nera, alla divinazione (di qualunque tipo), quindi agli oroscopi. Ezechiele 13,9: «La mia mano sarà contro i profeti dalle visioni vane e dalle divinazioni bugiarde.» Ti aggrappi, disperatamente e incessantemente, agli abissi di morte.

La chiesa cattolica ha un posto tutto particolare in questa gerarchia, poiché non solo vi regnano infiniti anticristi, ma è addirittura lo stesso Spirito dell’Anticristo che la governa. Pensiamo solo allo scandalo della pedofilia: un vero e proprio sistema nel sistema. In Francia ci sono stati più di 300mila abusi da parte del clero e del laicato cattolico, un numero che equivale ad un corpo d’armata nella Seconda guerra mondiale. Ora sommiamo questa cifra alle altre centinaia di migliaia di abusi nel mondo e poniamoci le seguenti domande: 1. perché i preti "buoni" non ingaggiano una feroce battaglia contro quest'abominio? 2. i bambini sono davvero al sicuro in una parrocchia cattolica?

Non solo, l’idolatria si estende anche alle ideologie politiche, ai sistemi dittatoriali, le tirannie, ché esercitano un potere abusivo avente un solo uno scopo: far sopravvivere i popoli uccidendone altri, anche quando ciò prevede la mortificazione del popolo stesso (quest’aspetto è affrontato più nel dettaglio nel mio sistema filosofico, Della verità ultima). Ma l'aberrazione suprema consiste nel trascinare i bambini in queste prigioni. Isaia 13,18: «L’occhio loro non risparmierà i bambini.»     

Idoli sono inoltre: il capitalismo disumanizzato, che mercifica ogni cosa (materie e corpi); il meccanismo perverso della pubblicità, dove l’individuo viene indotto con ferocia all’acquisto di oggetti spesso inutili; la ricerca spasmodica del successo, anche quando non si è davvero all’altezza;  la brama del denaro; il mito dell’eterna giovinezza, che spesso porta alla rovina del proprio corpo; l’odio verso il prossimo, la misoginia, l'omofobia (Matteo 10,14 non ha niente a che fare con l'omosessualità), l’assoggettare l’individuo allo Stato e non lo Stato all’individuo, e infinite altre cose che contraddicono i comandamenti di Cristo. Giovanni 13,34: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato.»

Ebbene, più ti abbandoni al mondo, più l’edificio della tua esistenza continua frantumarsi. Tutto trema, tutto si lacera, tutto crolla. Puoi ben immaginare il momento in cui la botola si aprirà e l’abbraccio fatale del buio porrà fine al tuo delirio. Avrai vissuto miserabilmente, da schiavo pericoloso e ipocrita insensibile, e, anche dopo, continuerai ad essere tale e ciò è inevitabile. Matteo 23,33: «Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?»


SOLUZIONE

«È proprio così», dirai, «ho vissuto tutta la mia vita nell’illusione e nell’errore. Ma voglio uscirne. Mi voglio salvare dalla dannazione, dall’infelicità.» Ebbene, devi sapere che solo Cristo può salvarti. Anche se tu lo considerassi solo un uomo, lui sarebbe l’unico ad avere il potere di liberarti dal peccato e dalla rovina. Soltanto per mezzo di lui, cioè della Grazia, potrai ottenere la vera pienezza di vita. Romani 1,16: «Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.»

Ora, per prima cosa, tu devi riconoscere Gesù Cristo come tuo salvatore personale, come l'unico capace di trasformare la tua esistenza, e confessare profondamente nell’intimo: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Io sono tuo, salvami.» Allora lo Spirito Santo scenderà su di te e sarai ricolmo della consolazione di Dio. Romani 6,23: «Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come fine avete la vita eterna.» Rigenerato, dunque, farai esperienza concreta, già in questa vita, di quella pienezza a cui segretamente hai ambito, senza mai raggiungerla. E farai esperienza della vera libertà: la redenzione. Marco 5,34: «Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male.”»

Non solo, per mezzo della Grazia, diventerai un solo corpo con Cristo. Intimità, consolazione, redenzione, saranno l'essenza della tua relazione con lui. Così Lutero: «Se l’anima ha in sé ogni difetto e peccato, questi diventano propri di Cristo.» E ancora: «Non è possibile che i peccati la dannino, perché essi riposano sul Cristo e sono in esso assorbiti.» Cristo prenderà su di sé anche le tue sofferenze più recondite e pesanti, quelle sofferenze, cioè, che ti sono state inflitte da altri. Nel caso tu non lo fossi già, alla confessione segue la “Parola di Dio nell’acqua”, ovvero il Battesimo per immersione, per mezzo del quale oltre ad acquisire nuova vita, i tuoi peccati saranno perdonati, entrerai a far parte della Chiesa e sarai sacerdote esattamente - ed essenzialmente - come qualunque altro prete o papa (anzi, molto di più, dal momento che questi sono anticristi). 1 Pietro 2,9: «Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale.» (Se invece sei già battezzato, avrai modo di riscoprire e confermare la potenza di questo stato e di ciò che esso implica).

Sulla questione del sacerdozio, aggiungo che l'unica differenza è nella funzione; pur essendo sacerdote, non è detto che tu possa svolgere il ruolo di ministro. Ognuno, infatti, è chiamato a servire la chiesa secondo i suoi doni specifici. Ma il prete non è qualcosa di diverso dagli altri (questa è una bufala del cattolicesimo e degli ortodossi), e dunque non esiste alcun “sacramento dell’Ordine”. Il sacerdozio universale è il vero principio che fonda l’uguaglianza fra gli individui e frantuma ogni gerarchia terrena. Alla luce di questa verità, il cristiano non deve vivere passivamente il suo ruolo nella comunità. Egli ha anche il potere di giudizio. Così Lutero: «Dovrebbero dire: Abbiamo Cristo come nostro Signore e preferiamo la sua Parola alle parole di qualsiasi uomo o a quelle degli angeli delle tenebre. Vogliamo esaminare e giudicare da soli se il papa, i vescovi e i loro seguaci fanno bene o male.»

Inoltre, non v’è alcuna differenza tra un cristiano e un santo. 1 Corinzi 1,2: «Alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro.»

Ottenuta la redenzione, la vita non è tale se non come imitazione di Cristo; vivere come lui ha vissuto è una conseguenza naturale della rigenerazione. Allo stesso tempo, come un pugile appassionato e diligente, vorrai frequentare la palestra della Parola di Dio, attraverso la meditazione assidua e la formazione biblica. Come per tutte le cose, è importante che vi sia una certa regolarità. Siamo, infatti, come pianisti: quando passi molto tempo senza esercizio, perdi confidenza con lo strumento, commetti più facilmente errori, e la qualità del suono ne risente. La differenza però qui è notevole, perché senza lo scudo di Dio, rischi di ripiombare nella disperazione. Matteo 4,4: «Sta scritto: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio".» Ascolta: per mezzo dello Spirito santo sei rigenerato, mentre attraverso l'amore del prossimo, la predicazione, il culto, lo studio, la mediatazione, la musica sacra, vivi ciò ch'io chiamo rigenerazione continua.

Ora, sappiamo che in Cristo, avrai pace e tranquillità, camminerai nella giustizia, nella verità, nella chiarezza. Ma non dovrai fare l'errore, gravissimo, di pensare che Dio sia solo un Dio di misericordia e non di condanna. «Mi comporterò come voglio, tanto so di avere sempre una possibilità e, magari, in punto di morte mi confesserò e tutto andrà bene.» Non solo questa è una visione banale, ingenua della fede, ma una vera e propria distorsione della Bibbia e se pensi in questi termini sei già condannato: ti condanna il vangelo di Cristo. Così facendo, continuerai a vivere nelle tenebre e, nel giorno del giudizio, sprofonderai nell’abisso della dannazione eterna. 

La somma misericordia senza condanna, dove tutti sono perdonati indiscriminatamente, dove tutto è paradiso e l’inferno non esiste, porta non solo alla disperazione delle vittime innocenti e all’esaltazione dei più feroci criminali non pentiti, ma addirittura porta a odiare Dio (in questo caso, un dio falso, prodotto dalla mente sconclusionata di certi filosofi e teologi). Ora, l’ira di Dio non è mai solo ira. L’ira è la conseguenza della giustizia. L’ira è giustizia. Così come è giustizia la sua Grazia per mezzo di Gesù Cristo. L'amore di Cristo è condizionato e giusto. E devi assolutamente capire che ciò non è contraddittorio. Al contrario, paradossale e aberrante sarebbe pensare che, in fondo, il mondo è bello e alla fine tutti faranno festa. E le vittime? E i carnefici, perché la passerebbero liscia? No! Nel regno di Dio il carnefice non pentito non farà festa con la vittima! Gesù era un ebreo apocalittico, non la mamma hippie che legge il libro Cuore.

L'ira di Dio, la condanna di Cristo nel giorno del giudizio, non è la manifestazione di un Dio cattivo e ingiusto. Cristo giudica proprio perché detesta il peccato e chi persiste nel commettere il male, nonostante gli sia stata offerta la Grazia. Matteo 10,14: «Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.» Se Cristo fosse insensibile e perdonasse tutti indiscriminatamente, egli sarebbe un essere ingiusto e da rigettare subito, poiché deriderebbe e svilirebbe la sofferenza delle vittime innocenti, le quali vedrebbero i loro carnefici ascendere assieme a loro nella sua gloria. C'è inoltre una distorsione dei termini, che bisogna rettificare. La misericordia di Dio significa che Dio ha deciso di mettere l'individuo nella possibilità di salvarsi offrendo Gesù Cristo. Misericordia, dunque, non è sinonimo di perdono indiscriminato.

Bisogna essere veramente malvagi per partorire un'idea di giustizia nei termini di un amore incondizionato senza possibilità di condanna attuale ed eterna. Come si suol dire, oltre il danno, ne deriverebbe anche la beffa. Non solo le vittime dovrebbero accontentarsi di una giustizia terrena spesso difettosa, aberrante - e quasi sempre insufficiente sul piano psicologico - ma addirittura subirebbero l'umiliazione anche nel giorno finale. Questa visione ripugnante e sbagliata della misericordia è uno dei motivi che porta i cristiani ad allontanarsi dalla fede e quindi dalla chiesa, perché, per l'appunto, oltre a non avere fiducia nella giustizia degli uomini, la perdono anche in quella di Dio. Se poi pensi addirittura che l’inferno non esista, sei un pericoloso illuso. L’inferno lo stai già vivendo qui, su questa terra, e lo sai, ma dopo sarà ancora peggio. Matteo 10,28: «E non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna.»  

Tuttavia, chi abbraccia la verità e cammina nella luce non deve avere alcun timore, perché la parola della redenzione è dolce e scalda i cuori. Così Lutero: «Cos'è la redenzione? Chi non vorrebbe essere redento? Chi desidererebbe dimorare nel deserto del peccato e della punizione? Chi non desidererebbe la fine di tanta miseria e dolore, di tanti pericoli per le anime, di tanta rovina per l'uomo? Soprattutto dovrebbe essere così quando il Salvatore ci attrae, ci invita e ci conforta in modo così affettuoso.» E ancora: «Dobbiamo spaventare, ma solo gli ostinati e gli induriti; e quando anche questi sono diventati spaventati e abbattuti, dobbiamo rafforzarli e confortarli.»

Ora, Cristo odia l’ingiustizia ma ti dà una possibilità - la possibilità - adesso. Se la rifiuti, subirai la sua condanna. Tessalonicesi 1: «È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono e a voi, che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà per esser glorificato nei suoi santi ed esser riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà, in quel giorno.»

Ma il prete ignorante, o l’improvvisato, su istigazione del diavolo, avrà da ridire anche su Paolo: «Questo è il suo pensiero, non è il vangelo.» Dobbiamo forse riportare proprio tutti i passi – e sono infiniti - in cui Cristo predica esattamente come Paolo? Interpretare il messaggio del vangelo non significa storpiarlo o cancellarlo, solo perché non ci piace o perché non si accorda con la sensibilità o filosofia di qualcuno. Crediamo forse che questo qualcuno sia al di sopra della Parola di Dio? Siamo davvero disposti a rischiare la dannazione, cioè l’infelicità già in questa vita, per via di gente che non sa nemmeno come si chiama e perché è venuta al mondo?

Perciò, donna o uomo che cerchi la pienezza di vita, non ti affidare a chi, ignaro di ebraico, greco e latino, crede di sapere cosa dica realmente la Bibbia o di conoscere il pensiero di Dio in virtù di qualche teologia sgangherata. Non affidare la tua unica e precaria vita a persone che, travestite da pecore, sono invero lupi rapaci (e molti lo sono anche a loro insaputa!). Ascolta: Dio ti trattiene con la sua mano e ti offre la via d'uscita: Gesù Cristo. Ma se la rifiuti lo costringerai – e questo lui non lo vuole – a lasciare la presa, e per te sarà la fine. Per dirla con Jonathan Edwards, i diavoli ti osservano, sono sempre al tuo fianco, ti aspettano, come leoni avidi e affamati. Ma se costringi Dio a ritirare la sua mano, i leoni si avventeranno su di te. Ecco, l’inferno spalanca la sua bocca per accoglierti. Stai per essere inghiottito. Pentiti dunque. Adesso. Credi al vangelo. Accogli la Grazia di Cristo, che è reale come lui lo è stato, e lo è. Ama, come lui ha amato. E ricorda: solo Cristo. Sola Grazia. Sola fede. Sola Scrittura.

Questo è il vero aut aut: vivere o morire.



 
 
 

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